OCSE

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I rapporti sbagliano nell’affermare che otto paesi della Comunità dei Caraibi (CARICOM) siano stati recentemente inseriti nella Black List  OCSE a causa dei loro Progarammi di cittadinanza  (CBI) residenza (RBI) economica.

L’OCSE ,per ora , non ha inserito nessuno ;ma sono state poste le basi per un’azione punitiva, a meno che non ci sia una risposta proattiva e unificata da parte di tutti questi paesi.

Essenzialmente ciò che l’OCSE ha espresso è che  i regimi CBI/RBI possono essere utilizzati in modo improprio per evadere legittimamente le tasse ( è già questa affermazione è un bel controsenso ) da parte dei beneficiari di questi regimi .

Nella dichiarazione, rilasciata il 17 ottobre, l’OCSE non fa alcuna distinzione tra i regimi CBI e RBI. In altre parole, gli otto paesi CARICOM sono tutti insieme, insieme ad altre 12 giurisdizioni che sono state nominate specificamente.

Gli otto paesi CARICOM (in ordine alfabetico) sono: Antigua e Barbuda, Bahamas, Barbados, Barbados, Dominica, Grenada, Montserrat, St Kitts-Nevis e St Lucia. Ad essi si aggiungono solo due Stati membri dell’Unione Europea (UE) – Malta e Cipro – anche se almeno altri nove paesi dell’UE gestiscono una forma di schemi CBI/RBI. Tra i nove paesi dell’UE ci sono la Gran Bretagna, l’Irlanda, l’Italia e il Portogallo e l’Austria .

Non viene fornita alcuna spiegazione per l’omissione di questi nove Stati membri dell’UE , e nessuna spiegazione per non includere il programma EB-5 degli Stati Uniti o il Quebec Immigrant Investor Programme in Canada.

A parte queste omissioni, almeno l’UE ammette che tutti i suoi Stati membri “hanno diversi incentivi per attirare investimenti stranieri da parte di cittadini non UE” e che “la maggior parte di essi hanno sistemi CBI o RBI (i cosiddetti “passaporti d’oro” e “visti d’oro”), caratterizzati dalla possibilità di accedere alla residenza in cambio di investimenti specifici”.
Tutto ciò è sembrato positivo, fino a quando due delle più piccole giurisdizioni dell’UE (Cipro e Malta) e altre piccole nazioni, come gli otto Stati CARICOM, hanno aderito agli schemi per necessità economiche.
Ora, l’UE e l’OCSE (in cui l’UE ha un ruolo influente) hanno deciso che i programmi CBI/RBI comportano rischi per “corruzione, riciclaggio di denaro sporco ed evasione fiscale”.

Questa audace affermazione è stata fatta anche se i paesi identificati nella dichiarazione dell’OCSE del 17 ottobre hanno in vigore forti regimi anti-riciclaggio, accordi sullo scambio di informazioni fiscali e trattati di assistenza giudiziaria reciproca, e stanno attuando sia il Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA) degli Stati Uniti che i Common Reporting Standards (CRS) dell’OCSE. La FACTA e il CRS impongono alle giurisdizioni di scambiare automaticamente le informazioni finanziarie di persone e società straniere con altri paesi in cui sono soggetti a tassazione.

Il nuovo rimprovero dell’OCSE è che “carte d’identità e altra documentazione ottenuta attraverso i sistemi CBI/RBI possono essere potenzialmente abusati per travisare la giurisdizione o le giurisdizioni di residenza fiscale di una persona fisica e per mettere a repentaglio il corretto funzionamento delle procedure di due diligence dei CRS”.

Ovviamente, questo reclamo può essere risolto facilmente richiedendo a tutte le giurisdizioni, ovunque nel mondo, di richiedere che i titolari di conti o le persone che controllano dichiarino i diritti di residenza di cui godono in ogni giurisdizione in cui sono titolari. In questo modo, si farebbe ricorso a tutte le giurisdizioni di residenza dei titolari dei conti e delle persone che li controllano, ponendo così fine a qualsiasi falsa dichiarazione.

Ma questa non è l’unica nuova rivendicazione ora avanzata dall’OCSE.

L’Organizzazione afferma inoltre che i programmi CBI/RBI “ad alto rischio” sono quelli che “danno accesso ad un contribuente ad un’aliquota bassa dell’imposta sul reddito personale inferiore al 10% sulle attività finanziarie offshore e non richiedono una presenza fisica significativa di almeno 90 giorni nella giurisdizione che offre lo schema CBI/RBI”. Quest’ultima situazione, a cui l’OCSE vuole chiaramente porre fine, avrebbe un impatto materiale sui programmi CBI/RBI nelle giurisdizioni CARICOM. Essa detta di fatto quali dovrebbero essere le aliquote fiscali e le condizioni che, nel loro diritto sovrano, le giurisdizioni CBI/RBI hanno stabilito.

Detto questo, se le giurisdizioni CARICOM devono salvare i loro programmi CBI/RBI dalla decimazione, dovrebbero stringere un’alleanza con le altre 12 giurisdizioni citate per dare una risposta comune prima che l’OCSE passi al suo prossimo passo che, senza dubbio, sarà una Black List che richiede sanzioni contro di loro.

Fonte : Tribune242

Autore :SIR RONALD SANDERS

Adattamento e traduzione : Prestige Planning LLC

Di Andy

International Tax Planner and Offshore Services Provider.