Direttiva Unshell UE

L’Unione Europea si confronta con un significativo bivio normativo: la proposta della direttiva ‘unshell’, terza revisione della Direttiva Anti-Elusione Fiscale (ATAD) del 2016, si trova di fronte a crescenti incertezze. La direttiva, mirata a scoraggiare l’utilizzo di società di comodo per evitare l’imposizione fiscale, introduce requisiti sostanziali minimi per le holding con sede nell’UE, delineando anche azioni punitive per le entità che non soddisfano tali requisiti. Il programma prevedeva l’adozione entro luglio 2023 e l’attuazione a partire da gennaio 2024, ma gli Stati Membri non hanno raggiunto un accordo sui criteri di sostanza o sui cosiddetti ‘gateway’.

Il dibattito, acceso in seno al Consiglio dell’Unione Europea nei primi mesi del 2023, ha prodotto diversi testi di compromesso, parziali e completi, con lo scopo di far avanzare le discussioni. Tuttavia, un report del Consiglio dei Ministri delle Finanze dell’UE (ECOFIN) pubblicato a giugno 2023 evidenzia la necessità di ulteriori discussioni per raggiungere un compromesso accettabile, che limiti gli oneri amministrativi sia per i contribuenti sia per le amministrazioni fiscali. Viene sottolineata l’interdipendenza tra le diverse parti della direttiva, con scelte in un settore che possono influenzare le soluzioni in altri.

Prevista originariamente all’ordine del giorno per la riunione di ECOFIN di maggio 2023, la direttiva è stata esclusa ma successivamente reintrodotta con l’obiettivo di raggiungere un allineamento politico nella riunione di novembre 2023. La sfida si aggrava in seguito alle modifiche approvate dal Parlamento Europeo, che ne estenderebbero l’ambito di applicazione a un numero maggiore di società, lasciando esenti solo le società quotate, le entità finanziarie regolamentate e le entità con almeno dieci dipendenti a tempo pieno.

Nonostante ciò, i livelli di sostanza minima ora specificati risultano meno stringenti rispetto al passato. Si richiede la presenza di un direttore residente nel territorio, che non ricopra più di quattro incarichi in entità non associate. La necessità per la società di avere propri locali nel giurisdizione pertinente rimane, ma ora è consentito condividere tali locali con entità associate. Anche il requisito di aprire e mantenere un conto bancario in uno Stato Membro è stato attenuato, diventando un criterio alternativo.

In questo panorama normativo in continuo cambiamento, le imprese devono prestare attenzione ai sviluppi futuri. Resta da vedere se queste modifiche saranno incluse nella versione finale, mentre le trattative politiche continuano con ECOFIN che si adopera per mediare un accordo. Le aziende, i consulenti fiscali e gli stakeholder dell’UE seguiranno con trepidazione gli sviluppi futuri, consapevoli che le decisioni prese avranno un impatto diretto sul tessuto economico e legale europeo.

Di Andy

International Tax Planner and Offshore Services Provider.