riforma fiscale romania

Il recente pacchetto di riforma fiscale introdotto dal governo romeno mira a combattere l’evasione fiscale e instaurare un sistema tributario più equo. Tuttavia, la sua rapida approvazione in parlamento, senza emendamenti o discussioni, ha sollevato non poche preoccupazioni nel mondo imprenditoriale.

Il Primo Ministro Marcel Ciolacu, durante un’intervento parlamentare, ha evidenziato come gli incentivi e i privilegi, che complessivamente ammontano a circa €15 miliardi, non siano più sostenibili, considerando che l’evasione fiscale annuale è stimata attorno ai €30 miliardi, pari al 15% del PIL romeno.

Ciolacu ha inoltre sottolineato una situazione contraddittoria della Romania: il paese ha una delle tassazioni sul lavoro più elevate in Europa, ma al contempo una delle imposte sul capitale tra le più basse. Questa dinamica ha portato alla proposta di introdurre o incrementare le tasse per le grandi aziende e le banche.

Tuttavia, il Consiglio Economico e Sociale (CES) ha espresso preoccupazione riguardo queste misure, sottolineando come potrebbero danneggiare l’economia. In particolare, l’ipertassazione delle microimprese potrebbe colpire soprattutto chi rispetta le regole fiscali, lasciando inalterata la posizione degli evasori.

Nel contesto europeo, la Romania detiene il triste primato dell’evasione fiscale, superiore al 10% del PIL, un dato confermato anche dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). Nonostante ciò, il FMI ha riconosciuto gli sforzi della Romania nell’implementare riforme e politiche economiche responsabili.

Il Ministro delle Finanze, Marcel Boloş, pur evidenziando l’importanza della sostenibilità fiscale e della riduzione del deficit, ha smentito che il paese stia attraversando difficoltà finanziarie e abbia bisogno di un nuovo prestito dal FMI, come avvenuto nel 2010.

Attualmente, la Romania è soggetta alla procedura per deficit eccessivo dell’UE, dopo che il suo deficit di bilancio si è allargato più del previsto. Si stima che il pacchetto di riforme avrà un impatto fiscale positivo di oltre 4,6 miliardi nei prossimi cinque anni.

Tuttavia, Daniel Anghel, presidente del Consiglio degli Investitori Esteri (FIC), ha sottolineato come la misura più controversa sia la tassa minima sul fatturato, che potrebbe compromettere la competitività e disincentivare gli investimenti stranieri. In supporto a ciò, ha citato un calo del 14% degli investimenti esteri in Romania quest’anno, secondo dati forniti dalla Banca Nazionale.

Di Andy

International Tax Planner and Offshore Services Provider.