Detenere un conto offshore : chi ha stabilito che è un reato ?
Dopo Panama Papers ed i Malta Files , ecco i Paradise Papers un ennesimo rilascio di documenti riservati su migliaia di persone .
La Regina investe offshore , Hamilton ha il suo jet privato registrato all Isola di Man , Apple fa transitare miliardi nei ” Paradisi Fiscali ” , Nike pure . Si scopre che anche Bono , figura più santificata del Papa ,detiene capitali offshore .
Come loro altre centinaia di attori , cantanti , politici , personaggi della tv ; ma anche normali cittadini .
Inevitabilmente la politica non perde tempo ,e subito a cavalcare l’onda : ” ogni euro detenuto all’estero ci costa una scuola o un esame del sangue ” .
Eppure questa reazione è ben lontana dalla realtà . Ci sono moltissimi motivi perfettamente legali per cui una persona piuttosto che un azienda possono decidere di detenere un conto offshore senza per questo essere evasori ,criminali o mafiosi.
Alcuni esempi ? Disponibilità di strumenti d’investimento e rendimenti che altrove non si trovano . In Italia quando un correntista porta a casa il 4% lordo dal portafoglio investimento presso la sua banca può dirsi fortunato ; altrove si ragiona su rendimenti che variano dall’8% al 22% senza troppi problemi .
Sicurezza : le banche offshore non falliscono ,non prestano denaro ad amici degli amici , anzi non prestano denaro proprio a nessuno .
Detenere un conto offshore significa diversificare gli investimenti ed il rischio ,cercando di costruirsi la propria pensione .
In realtà, in un’economia globalizzata, la finanza offshore svolge un ruolo importante, consentendo ai soldi di muoversi con relativa semplicità attraverso le frontiere. Stranamente, parecchi media sembrano aver deciso che mentre per le persone e le merci va bene spostarsi liberamente in tutto il mondo ( anzi è un loro preciso diritto ! ), avere un conto bancario o un investimento in un paese diverso ti rende praticamente un criminale.
Il mondo ha già una vasta rete di porti franchi, zone prive di imposte dove le merci in transito possono essere elaborate o temporaneamente immagazzinate senza dover pagare le tariffe locali. Sono circa 3.500 in 135 paesi, e facilitando il movimento delle merci in tutto il mondo.
I conti offshore sono dei porti franchi in cui il capitale viene parcheggiato temporaneamente in attesa di venir reimmesso nel mercato .
I moralizzatori poi , lanciano il sasso e nascondono la mano . Cavalcano l’onda della news ,ma poi ? Nulla .
Prendiamo lo scandalo Panama Papers , 11 milioni di documenti trafugati ,grande indignazione mediatica , quante indagini sono state avviate ? Poco più di 150 , in tutto il mondo . Malta (!) ha recuperato circa 6 milioni di tasse evase , Londra non risulta al momento abbia trovato anomalie . La ragione ? Semplicemente la maggior parte chi opera offshore rispetta le regole.
Postepay è ,in Italia ,la carta maggiormente utilizzata per le truffe informatiche ;tutti i possessori di tale carta sono quindi dei truffatori ? Non penso .
I centri offshore vengono utilizzati da quasi tutti. La maggior parte dei fondi pensione li usa, inclusi quelli che si occupano del risparmio dei politici in fila per condannarli. Fanno parte dell’infrastruttura della globalizzazione, così come le navi container, gli aeroporti e i cavi in fibra ottica. È ironico che molte delle stesse persone che si definiscono orgogliosamente come cittadini del mondo pensano che questa definizione si applichi a tutto tranne che al denaro.
Vogliamo tornare al tempo ed in un mondo in cui un italiano investe solo in Italia ,un tedesco in Germania ed un inglese in Inghilterra ? Un mondo con poche multinazionali e piccoli investimenti transfrontalieri ? Un mondo ove i jeans e le gomme da masticare le porta lo “zio d’Amercia ” ? Possiamo ricrearlo con una caccia isterica alla finanza offshore se vogliamo – ma come risultato tutti finiranno molto più poveri .
A voi la scelta se credere a quello che vi viene servito , compreso questo articolo , o cercare di informarvi e diventare persone consapevoli .