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Lo scambio delle informazioni fiscali tra gli stati membri dell’UE è ancora insufficiente per garantire una tassazione equa ed efficace in tutto il Mercato Unico, secondo un nuovo rapporto speciale pubblicato il 26 gennaio dalla Corte dei conti europea (ECA). 

I problemi non riguardano solo il quadro legislativo dell’UE, ma anche la sua attuazione e il monitoraggio. In particolare, i revisori hanno scoperto che, spesso, le informazioni scambiate sono di qualità limitata o sottoutilizzate.

Il numero sempre crescente di transazioni trans-frontaliere rende difficile per gli stati membri valutare correttamente le tasse dovute e incoraggia l’elusione e l’evasione fiscale. 

Le entrate perse solo a causa dell’evasione delle imposte sui redditi sono stimate tra i 50 e i 70 miliardi di euro all’anno nell’UE, e raggiungono circa 190 miliardi di euro se si includono gli accordi fiscali speciali e le inefficienze nella riscossione.

La cooperazione tra gli stati membri è quindi essenziale per assicurarsi che le tasse siano raccolte per intero e dove sono dovute. 

L’equità fiscale è fondamentale per l’economia dell’UE: aumenta la certezza per i contribuenti, migliora gli investimenti e stimola la concorrenza e l’innovazione”, ha affermato Ildikó Gáll-Pelcz, il membro della Corte dei conti europea responsabile del rapporto. 

“Le iniziative degli ultimi anni hanno dato alle amministrazioni un accesso senza precedenti ai dati fiscali. Tuttavia, le informazioni scambiate devono essere utilizzate molto di più perché il sistema raggiunga il suo pieno potenziale”.

Il quadro legislativo che la Commissione europea ha stabilito per lo scambio di informazioni fiscali è trasparente e logico. Ma soffre di diverse lacune, avvertono i revisori. 

In primo luogo, rimane incompleto per quanto riguarda la lotta contro l’elusione e l’evasione fiscale. Le cripto-valute, ma anche altre forme di reddito, per esempio, non sono soggette all’obbligo di segnalazione, rimanendo così in gran parte non tassate. 

In secondo luogo, il sostegno fornito agli stati membri non è abbastanza forte.

In particolare, la Commissione affronta a malapena la questione della scarsa qualità dei dati e non valuta quanto siano efficaci e deterrenti le sanzioni per la non conformità. 

Infine, la Commissione dovrebbe fornire maggiori indicazioni per aiutare gli stati membri, specialmente nel campo dell’analisi e dell’uso dei dati.

Come pubblicato su eureporter.co, mercoledì 27 gennaio, 2021.

Di Andy

International Tax Planner and Offshore Services Provider.