Commissione Europea vs Malta: confronto Passaporti d’Oro
Oggi, 17 giugno, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) esaminerà un caso di fondamentale importanza: il contenzioso tra la Commissione Europea e Malta riguardo il suo controverso programma di cittadinanza per investimento, noto anche come “passaporti d’oro”. Questo programma permette agli investitori stranieri di ottenere la cittadinanza maltese, e quindi europea, in cambio di un investimento sostanziale nel paese.
Contesto del contenzioso
Il programma dei passaporti d’oro di Malta è stato introdotto con l’obiettivo di attirare investimenti stranieri diretti. Tuttavia, la Commissione Europea sostiene che tale pratica violi il principio di “cooperazione sincera” sancito dall’Articolo 4(3) del Trattato sull’Unione Europea. Secondo la Commissione, la concessione della cittadinanza senza un “legame genuino” con lo Stato membro compromette l’integrità della cittadinanza dell’Unione e facilita potenziali attività illecite, come il riciclaggio di denaro e la corruzione.
La posizione di Malta
Dal canto suo, Malta difende il suo programma sostenendo che esso è conforme alle leggi europee e che rappresenta un’importante fonte di entrate per il paese. Malta ha sottolineato che il programma è stato sospeso per i cittadini russi e bielorussi a seguito dell’invasione dell’Ucraina, ma rimane disponibile per i cittadini di altre nazionalità. Il governo maltese afferma che tali politiche rientrano nelle proprie competenze nazionali, nonostante le obiezioni della Commissione.
Implicazioni economiche e giuridiche
Il caso solleva questioni cruciali riguardanti la sovranità nazionale e l’autorità sovranazionale dell’UE. Gli oppositori del programma sostengono che tali schemi compromettono i valori fondamentali dell’Unione, mentre i sostenitori ritengono che essi siano essenziali per l’attrazione di investimenti in determinati Stati membri. L’esito del contenzioso potrebbe avere un impatto significativo non solo sul futuro dei programmi di cittadinanza per investimento, ma anche sulle politiche di attrazione di capitali esteri da parte degli Stati membri.
Prospettive future
La sentenza della CGUE, attesa entro la fine del 2024 o l’inizio del 2025, determinerà il destino del programma maltese e potrebbe stabilire un precedente per altri Stati membri che operano programmi simili. Questo caso evidenzia l’equilibrio delicato tra il rispetto dell’autonomia nazionale nella definizione dei criteri di cittadinanza e la necessità di salvaguardare gli interessi e i valori comuni dell’UE.