La Commissione europea sta progredendo nella definizione della Direttiva sulla cooperazione amministrativa (DAC8) per frenare l’evasione fiscale e tracciare meglio le transazioni di cripto-valute all’interno dei confini dell’UE.
Basandosi sulla legislazione esistente, il nuovo emendamento “amplierà la segnalazione e lo scambio di informazioni tra le autorità fiscali all’interno dell’Unione Europea per coprire il reddito o le entrate generate da utenti residenti nell’UE che operano con cripto-asset”.
Sviluppato e presentato per la prima volta alla Commissione UE l’8 dicembre 2022, il quadro propone “nuove regole di trasparenza fiscale per tutti i fornitori di servizi che facilitano le transazioni in cripto-asset per i clienti residenti nell’Unione Europea“.
I negoziati finali si svolgeranno questo mese al Parlamento europeo.
La DAC8 aiuterà le autorità fiscali dell’UE a monitorare i residenti che detengono cripto-valute.
La legislazione richiederà inoltre ai fornitori di servizi di cripto-asset, come gli exchange e i marketplace, di segnalare le transazioni dei clienti, oltre a concedere alle autorità dell’UE ulteriori poteri per monitorare coloro che detengono più di 1 milione di euro in asset ad alto rendimento.
L’emendamento è coerente con le precedenti politiche di cripto-tassazione proposte dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), che cerca di regolamentare la rendicontazione delle cripto-tasse sulla base dei suggerimenti dei Paesi membri dell’UE.
Il 22 marzo 2022 l’OCSE ha pubblicato una proposta di nuove regole per la rendicontazione delle cripto-valute, denominata Crypto-Asset Reporting Framework (CARF), nel tentativo di standardizzare lo scambio internazionale di dati sulle transazioni legate alle cripto-valute tra le autorità fiscali e i fornitori di servizi di cripto-asset.
L’OCSE ha approvato il CARF nell’agosto 2022 e ha presentato lo standard modificato alle banche centrali dei governatori del G20.
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