Una domanda spesso ricorrente tra chi si avvicina al mondo della pianificazione internazionale e dell’offshore è “ cosa succede se la Guardia di Finanza mi trova i documenti?”
Questa domanda, più che comprensibile, è però assai vaga ed imprecisa e non vi può essere una risposta sensata.
Le variabili in gioco sono molte. Dove vengono rinvenuti i documenti? A fronte di quale evento? Già dando risposta a queste due domande la casistica si amplia.
Partiamo subito con lo sfatare un mito: le autorità non ti piombano in casa per una perquisizione senza precisi e fondati motivi; allo stesso modo non ti intercettano i telefoni, non ti spiano le email e non stanno a monitorare il traffico internet dei cittadini, in attesa di chissà quale evento.
Quindi in quali casi le autorità possono venire in possesso di documentazione per te “compromettente”?
I maggiori rischi in questo caso li corrono gli imprenditori ed i liberi professionisti (in sostanza i titolari di partita IVA).
Le autorità possono disporre l’accesso ai locali aziendali , ossia ove il contribuente svolge la sua attività al fine di ispezionare e verificare atti e documenti, a fronte di accertamenti fiscali in corso sull’azienda.
Già da questo ricaviamo che l’accesso e l’ispezione derivano da una (presunta) mancata conformità in sede dichiarativa.
In poche parole, alle autorità non tornano i conti, e se hai usato una UK Ltd per caricare spese di marketing sulla tua salumeria ci credo.
Per accessi ed ispezioni i funzionari devono ovviamente essere autorizzati:
– per i locali destinati allo svolgimento delle attività serve la semplice autorizzazione del Comandate del Reparto.
– per i locali destinati ad abitazione serve invece l’autorizzazione della Procura della Repubblica, rilasciata solo a fronte di gravi e documentati indizi sulla violazione di norme tributarie.
E se a seguito dell’ispezione trovano effettivamente documenti relativi ad una società estera?
Essere titolari di una società estera – anche offshore – non è reato.
Non sei neanche tenuto a dichiararne il possesso (se intestata a te come persona fisica), specie se è “dormiente”,non ha operato e non detiene patrimonio proprio.
Ciò che dichiari sono i proventi da partecipazione.
Sei invece nei guai se hai utilizzato quella società per emettere fatture per servizi inesistenti (c.d cartiera), o comunque per creare costi fittizi in modo da abbattere l’utile della tua azienda italiana o quella di qualche tuo amico/cliente.
In questo caso incorri nel reato di dichiarazione fraudolenta (art 2-3 Dlgs 74/2000), dichiarazione infedele (art 4), omessa dichiarazione (art.5), sottrazione fraudolenta (art.11), oltre ad eventuali vari reati legati all’iva.
Morale: non far cazzate. I sistemi per ottimizzare il carico fiscale ci sono, senza rischiare di finire in carcere per qualche annetto.