Il presidente di Panama, José Raúl Mulino, ha recentemente espresso forte insoddisfazione per la permanenza del suo Paese nella lista dei paradisi fiscali stilata dall’Unione Europea. In particolare, ha minacciato di vietare alle aziende europee la partecipazione a future gare pubbliche a Panama se l’UE non provvederà a rimuovere il Paese dalla lista nera.
La lista dei paradisi fiscali dell’UE, aggiornata periodicamente, include giurisdizioni che non rispettano determinati standard in materia di trasparenza fiscale e cooperazione internazionale. Nonostante le riforme attuate da Panama per allinearsi a questi standard, il Paese continua a figurare nell’elenco, suscitando l’ira delle autorità panamensi.
In risposta, il presidente Mulino ha intrapreso una serie di iniziative diplomatiche, tra cui un incontro con il presidente francese Emmanuel Macron, per ottenere supporto nella rimozione di Panama dalla lista. Durante questo incontro, Macron ha riconosciuto gli sforzi di Panama e ha accettato di sostenere il processo di esclusione del Paese dalla lista dei paradisi fiscali europei.
La posizione ferma di Panama mette in luce le conseguenze economiche e diplomatiche derivanti dall’inclusione in tali liste, e solleva interrogativi sull’equità e l’oggettività dei criteri utilizzati dall’UE per classificare le giurisdizioni non cooperative.