Lussemburgo Paradiso Fiscale

Il governo del Lussemburgo ha fermamente respinto le accuse dei media internazionali secondo cui il paese è un enorme paradiso fiscale nonostante l’Unione Europea cerchi di reprimere questa pratica.

Un’indagine durata un anno e condotta da sedici testate, tra cui Le Monde, Le Soir e Suddeutsche Zeitung, ha affermato che circa il 90% delle 140.000 società attive registrate in Lussemburgo sono di proprietà di non residenti e che un terzo svolgono attività di holding, permettendo loro di avere un regime fiscale preferenziale.

Il Granducato ha definito tali affermazioni come un attacco ingiustificato al paese e alla sua economia.

“Il Lussemburgo valuta e aggiorna continuamente i suoi standard di vigilanza e le misure per combattere il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo”, hanno affermato durante una conferenza.

La nazione in effetti è pienamente in linea e conforme a tutti i regolamenti UE ed internazionali, agli standard e norme di trasparenza, e applica, senza eccezione, lo scambio di informazioni in materia fiscale.

L’indagine, battezzata OpenLux, ha analizzato circa quattro miliardi di documenti resi disponibili a seguito di una direttiva UE del 2018 che ha richiesto la creazione di registri pubblici dei reali proprietari delle aziende in tutti gli stati membri.

Secondo le indagini dei giornalisti, nell’anno fiscale 2018-2019, circa 6.500 miliardi di euro di beni sono stati investiti in Lussemburgo tramite queste società offshore – più di 100 volte il prodotto interno lordo 2019 del piccolo paese senza sbocco sul mare.

“Queste società fantasma senza uffici né dipendenti sono state create da miliardari, multinazionali, sportivi, artisti, politici di alto rango e persino famiglie reali”, scrive Le Monde. “Su un territorio di 2.586 km2, Tiger Woods e la famiglia Hermes si strusciano con Shakira e il principe ereditario dell’Arabia Saudita.

Centinaia di multinazionali (LVMH, Kering, KFC, Amazon, ecc.) vi hanno aperto filiali finanziarie”, ha proseguito.

Il team di ricerca ha inoltre segnalato che circa un terzo dei conti delle società non potevano essere valutati, il più delle volte perché non pubblici, e che solo la metà dei beneficiari finali delle società possono essere identificati.

Ovviamente a portare avanti queste inchieste sono giornalisti di nazioni predatrici, che basano la loro economia e sopravvivenza su una tassazione spropositata. Bene fanno invece Lussemburgo, Irlanda, Malta, Cipro, Liechtenstein, Svizzera, Monaco, Andorra, Olanda a mettere in atto politiche atte ad attirare capitali piuttosto che a farli scappare a gambe levate.

Di Andy

International Tax Planner and Offshore Services Provider.