L’Impatto del Pillar Two dell’OCSE sulle multinazionali: strategie e sfide
L’introduzione del Pillar Two da parte dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha segnato una svolta significativa nel panorama fiscale internazionale. Questa proposta mira a stabilire un’aliquota minima globale del 15% sull’imposta sulle società, con l’obiettivo di contrastare l’erosione della base imponibile e il trasferimento dei profitti.
Per le multinazionali, l’adozione di questa misura comporta una serie di implicazioni strategiche e operative.
Implicazioni del Pillar Two per le multinazionali.
1. Aumento della Pressione Fiscale
Il Pillar Two introduce un’aliquota minima globale del 15% che sicuramente aumenterà la pressione fiscale sulle multinazionali dei settori digitali, agevolate finora dalla facilità nel trasferire costi e profitti tra le varie giurisdizioni.
2. Revisione delle strutture fiscali internazionali.
Le multinazionali dovranno esaminare attentamente le loro strutture fiscali attuali per garantire la conformità con le nuove regole, valutando specialmente la reale convenienza nel mantenere sedi e filiali in determinate giurisdizioni. Il “tax rate” diverrà quindi un fattore secondario.
3. Sfide di compliance
L’introduzione di un’aliquota minima globale comporta nuove sfide di compliance. Le multinazionali dovranno investire in sistemi e processi per monitorare e riportare accuratamente i dati fiscali secondo i requisiti del Pillar Two. Questo richiede un aggiornamento continuo delle conoscenze normative e una stretta collaborazione con consulenti fiscali esperti nelle diverse nazioni ove andranno ad operare.
4. Opportunità di ottimizzazione
Nonostante le sfide, il Pillar Two offre anche opportunità di ottimizzazione fiscale.
Le aziende possono esplorare incentivi fiscali offerti da diverse giurisdizioni che potrebbero rimanere competitivi anche con l’aliquota minima globale.
La sfida maggiore risiederà nel saper calcolare al meglio quanto effettivamente dovuto, al netto di quanto realmente prodotto e versato nei rispettivi paesi.
Strategie.
1. Valutazione delle strutture esistenti
Le multinazionali dovrebbero effettuare una valutazione approfondita delle loro strutture fiscali esistenti per identificare aree di vulnerabilità e opportunità di ottimizzazione. Questo processo dovrebbe includere una revisione delle pratiche di trasferimento dei profitti.
2. Investimento in tecnologie di compliance
L’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate per la gestione fiscale può facilitare la conformità con le nuove normative. Sistemi di reporting automatizzati e strumenti di analisi dei dati possono aiutare le aziende a monitorare le loro posizioni fiscali in tempo reale e a rispondere rapidamente ai cambiamenti normativi.
3. Collaborazione con esperti fiscali
Collaborare con consulenti fiscali internazionali può offrire preziose intuizioni sulle migliori pratiche di compliance e ottimizzazione fiscale. Gli esperti possono assistere le aziende nella navigazione delle complesse normative OCSE e nell’implementazione di strategie fiscali efficaci.
4. Pianificazione a lungo termine
Le multinazionali dovrebbero sviluppare una strategia fiscale a lungo termine che tenga conto delle tendenze normative globali e delle evoluzioni future.
Pianificare la propria esposizione fiscale significa essere in grado di calcolare preventivamente quanto si dovrà pagare, valutando effettivamente come gestire le operazioni.
Creare una pianificazione fiscale usando società offshore, prive di bilancio e dichiarazioni fiscali è un gioco da ragazzi; pianificare in giurisdizioni dove esistono contabilità e bilanci, è altra cosa.
Il Pillar Two dell’OCSE rappresenta una sfida significativa per le multinazionali, ma offre anche opportunità per rivedere e ottimizzare le loro strategie fiscali globali.
Con una valutazione accurata, l’investimento in tecnologie adeguate e la collaborazione con esperti, le aziende possono navigare con successo nel nuovo panorama fiscale e mantenere la loro competitività a livello internazionale.