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Nel settembre 2021 il Centro finanziario internazionale di Kigali (KIFC), Ruanda,  è stato inserito nel Global Financial Centers Index (GFCI) come tra i più promettenti del settore Fintech.

In particolare si deve ringraziare la crescente reputazione del Ruanda come luogo sicuro e protetto per gli investimenti, grazie alla forte leadership e al buon sistema di governance del Paese, sostenuto dallo Stato di diritto. 

Dal 2020 sono state promulgate 17 leggi diverse, che creano un quadro giuridico e normativo per gli investitori regionali e internazionali che aderisce ai più alti standard internazionali. Una di queste leggi prevede incentivi fiscali e non fiscali per gli stranieri che prendono la residenza in Ruanda e intende attrarre competenze e investitori nei settori finanziario e tecnologico. 

Leggi separate prevedono anche esenzioni fiscali preferenziali per le start-up e la creazione di nuove strutture giuridiche come trust, fondazioni e società veicolo. 

L’insieme di queste leggi sta trasformando il panorama degli investimenti e sta facendo del Ruanda una giurisdizione finanziaria privilegiata per gli investimenti in Africa. 

Poco dopo l’entrata in funzione della KIFC, il Ruanda ha approvato nuove leggi in materia di antiriciclaggio (AML) e lotta al finanziamento del terrorismo (CFT) per garantire la conformità alle linee guida dell’OCSE e del Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale (GAFI), consentendo inoltre alla KIFC di collaborare con altri centri finanziari in materia di assistenza penale.

Più recentemente, il Ruanda ha ratificato la Convenzione dell’OCSE sulla mutua assistenza amministrativa in materia fiscale (MAAC).

Mentre il settore FinTech continua ad accelerare l’inclusione finanziaria nell’Africa subsahariana, la KIFC è impegnata a sfruttare questa interessante opportunità per il Ruanda. 

La maggior parte della popolazione africana non è bancarizzata e non è servita dalle istituzioni finanziarie tradizionali, ma è anche pronta ad adottare nuove innovazioni. 

Di conseguenza, le start-up FinTech stanno crescendo in modo esponenziale.

Il Ruanda sta inoltre fornendo incentivi fiscali per le aziende del settore e la Banca Centrale sta promulgando leggi fondamentali per stabilire un quadro normativo favorevole alle imprese FinTech.

Il Ruanda ha inoltre recentemente firmato accordi per evitare la doppia imposizione (DTAA) con dieci Paesi, tra cui Lussemburgo, Qatar e Cina. Questo si è aggiunto all’ombrello di trattati già in essere con diverse giurisdizioni, tra cui Sudafrica, Mauritius, Marocco, Belgio, Jersey, Turchia, Singapore, Emirati Arabi Uniti, solo per citarne alcune.

Il Ruanda vuole essere per l’Africa quello che Singapore è per l’Asia, e ci sono notevoli analogie tra i due Paesi. Il “Financial Trust Corridor” (FTC) mira a rafforzare il livello di fiducia e di cooperazione tra le imprese e le istituzioni finanziarie del Ruanda e di Singapore, per sostenere gli scambi commerciali. 

L’FTC aumenterà lo scambio di dati tra i due Paesi e consentirà alle rispettive banche di condividere informazioni su PMI e imprese.

In collaborazione con la Qatar Investment Authority e il Rwanda Social Security Board, è stato recentemente istituito il Virunga Africa Fund I. Si tratta della prima fase del fondo di investimento panafricano e sarà domiciliato a Kigali, con attività regionali in quattro mercati chiave dell’Africa orientale e occidentale.

I risultati che si vogliono ottenere sono significativi. 

Investendo in settori critici come l’istruzione, i servizi finanziari, l’assistenza sanitaria e l’economia digitale, il fondo mira a consentire una trasformazione economica e sociale in tutta la regione. 

La pandemia COVID-19 ha causato un aggravamento delle disuguaglianze sociali e il fondo intende contribuire a favorire lo sviluppo del continente, a stimolare la ripresa economica post-pandemia e a costruire la resilienza contro minacce come il cambiamento climatico. 

Di Andy

International Tax Planner and Offshore Services Provider.