aumento tasse Francia

Il nuovo primo ministro francese, Michel Barnier, ha proposto un incremento delle tasse per le grandi aziende e i ricchi per ridurre il deficit di bilancio del Paese, che ha raggiunto il 5,1% del PIL nel 2024, uno dei più alti in Europa. 

Questa mossa segnala un cambio di rotta rispetto alle politiche di Emmanuel Macron, che aveva ridotto le imposte per favorire la crescita economica. Tuttavia, la proposta ha generato tensioni all’interno del governo, con i sostenitori di Macron contrari a un aumento delle tasse e favorevoli a tagli di spesa. 

Il piano di Barnier prevede di affrontare i buchi di bilancio con una combinazione di nuovi introiti fiscali e tagli di spesa, ma senza compromettere i servizi pubblici essenziali come sanità ed educazione. Tra le proposte vi è l’introduzione di un’imposta di solidarietà patrimoniale (ISF), abolita nel 2018, e l’aumento delle aliquote fiscali sulle grandi fortune. Questi cambiamenti potrebbero generare nuovi fondi per la Francia, soprattutto in un contesto in cui i tagli al bilancio sono visti come una minaccia per i servizi pubblici già sottofinanziati.

La risposta politica e pubblica è stata divisa. Mentre il Partito Repubblicano di Barnier sostiene misure fiscali limitate per stimolare l’economia, altre forze, inclusi i partiti di sinistra, promuovono un ritorno a una tassazione più progressiva. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere il sistema fiscale più giusto e sostenibile, soprattutto alla luce delle crescenti disparità economiche e della necessità di finanziare le transizioni ecologiche e sociali del Paese.

Le sfide non sono solo economiche, ma anche politiche, poiché Barnier deve navigare tra le pressioni del suo stesso partito, i Macronisti, e le altre forze politiche presenti in Parlamento, in un contesto di forte frammentazione e di difficoltà a raggiungere una maggioranza stabile per approvare il bilancio 2025.

Di Andy

International Tax Planner and Offshore Services Provider.