Come spesso accade ,quando si tratta di contrastare le libertà d’impresa e personali dei cittadini , l ‘ Italia è in prima fila.
La bozza del decreto Mef attualmente in pubblica consultazione fino al 16 febbraio prossimo , prevede infatti l’obbligo di comunicazione anche per gli operatori commerciali che accettano le valute virtuali quale corrispettivo per la vendita di beni , servizi o altre utilità . Questi saranno in qualche modo assimilati ai compro-oro ,e verranno registarti in un apposito registro .
Come chiarito dallo stesso Mef , questa regolamentazione si rifà alle direttive UE in materia di antiriclaggio e mira ad applicare regole più stringenti sul mercato delle crypto .
Questa la teoria ( loro ) . La pratica invece ci rassicura : per loro stessa natura le cryptovalute non sono monitorabili nè sarà possibile imbrigliarle in regolamentazioni nazionali .
Qualsiasi cittadino italiano e non potrà tranquillamente continuare ad acquistare Bitcoin , Ether , Licoin o qualsiasi altra tra le centinaia di altcoin oggi presenti sul mercato semplicemente rivolgendo il proprio sguardo fuori dai confini nazionali ,e se necessario europei .
Nuovamente l’Italia si dimostra ottusa e arretrata .