Banche offshore

Se andiamo a ripercorrere a grandi linee la storia delle banche offshore troviamo un primo periodo, pre-internet, in cui se si voleva aprire e gestire un conto in una banca offshore l’unico modo era presentarsi di persona o, al limite, operare tramite un intermediario autorizzato che si faceva carico di compilare la documentazione per poi inviarla via posta alla banca stessa. 

Con la comparsa degli E-Wallet prima e delle banche digitali poi tutto si è semplificato e le distanze si sono ridotte anche nel sistema bancario. 

Oggi sia in Europa che in Asia e Stati Uniti esistono centinaia, migliaia di banche digitali in grado di fornire un conto corrente a persone e società residenti grossomodo ovunque nel mondo. 

Le procedure di contatto, apertura e gestione account sono generalmente semplici e veloci; i costi sono irrisori, molti di questi servizi neanche hanno un costo mensile. 

Tutto ciò potrebbe idealmente portare alla fine delle banche offshore tradizionali?

A mio avviso no, e questa continua ricerca di semplicità ed economicità porta solo ad una generale perdita di sicurezza e privacy. 

Si pensa veramente che un qualsiasi e-wallet registrato in un qualsiasi paese europeo possa garantire un, anche minimo, livello di privacy? 

Si pensa veramente che una società privata (quali sono le banche) possa permettersi di ignorare le normative europee e nazionali? 

Per poter operare come e-wallet in Europa è richiesta una relativa licenza, emessa dalla Banca Centrale del paese ove la società andrà a registrare la propria sede. 

A sua volta questa Banca Centrale è parte del SEBC (Sistema Europeo delle Banche Centrali) con alla testa la BCE. 

Qualsiasi correntista censito in una banca SEBC avrà i propri dati a disposizione di tutte le banche ed autorità dei paesi aderenti. 

Non c’è quindi da chiedersi “se” un e-wallet scambia o meno le informazioni finanziarie, queste sono già a disposizione di chi ha l’autorità per consultarle ( e le autorità fiscali hanno questo potere).

Una banca offshore permette di uscire da questo intreccio creato a livello europeo, operando fuori quella che è l’autorità ed il controllo del SEBC e del sistema SEPA. 

I centri finanziari offshore possono essere visti come dei “compartimenti stagni”.

Anche all’interno di questi compartimenti stagni vi sono delle differenze: alcuni Territori d’Oltremare del Regno Unito rimangono comunque fortemente legati al governo inglese (ad esempio le BVI), altri quali le Antille Olandesi sono particolarmente legati ai Paesi Bassi. 

Tra le nazioni caraibiche al 100% sovrane possiamo invece citare Belize e Saint Kitts and Nevis

Operare in questi centri finanziari significa costruire uno strumento di protezione finanziaria estremamente forte e resistente agli attacchi ed alla perdita di informazioni.

Ciò che molti vedono come uno svantaggio, ossia l’oggettiva complessità del bonifico SWIFT rispetto al SEPA, è in realtà un punto di forza: siamo noi a dover dire alla banca inviante quale strada devono prendere i fondi per arrivare a destinazione. 

Senza le nostre informazioni, questa non sarebbe in grado di identificare né la banca né il conto riceventi.

Ricorda: più una transazione risulta semplificata, più significa che il sistema riesce a recuperare in autonomia i dati necessari per portarla a termine.

Quindi sì, se cerchiamo privacy ed impenetrabilità la scelta unica rimane nelle classiche banche offshore. 

https://it.contibancarioffshore.com/info

Di Andy

International Tax Planner and Offshore Services Provider.