Continua l’offensiva contro le criptovalute.
Dopo Singapore e Regno Unito è ora il turno della Banca di Russia, la quale ha proposto un ban totale delle criptovalute nel paese, citando l’alta volatilità e la “proliferazione delle frodi” come ragioni principali.
La banca ha notato che il mercato globale delle criptovalute è salito nell’ultimo anno, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 2,3 trilioni di dollari a dicembre 2021.
In una dichiarazione del 20 gennaio, la fonti della Banca di Russia hanno affermato: “A causa dell’anonimato nelle transazioni, i sostituti del denaro come le criptovalute sono ampiamente utilizzati per attività illegali”.
La richiesta di vietare le cripto in Russia è stata presentata in un rapporto sottoscritto dal direttore della stabilità finanziaria della banca centrale.
Nel rapporto, “Cryptocurrencies: Trends, Risks and Regulation”, la banca ha evidenziato che nonostante il tradizionale coinvolgimento degli intermediari finanziari nel mercato delle criptovalute sia attualmente limitato, il volume dei derivati e delle quote di ETF legati alle stesse è in crescita, mentre gli ecosistemi di finanza decentralizzata si stanno evolvendo.
Il rapporto ha anche notato che attualmente non esiste un approccio globale alla regolamentazione delle, e che l’asset digitale rappresenta una zona grigia.
Secondo la banca, l’ammontare delle transazioni dei cittadini russi sta raggiungendo i 5 miliardi di dollari all’anno.
Si osserva che gli individui russi sono utenti attivi di piattaforme di trading online e la Russia è uno dei leader mondiali per capacità di mining.
La banca ha aggiunto: “La rapida crescita del valore è prevalentemente stimolata dalla domanda speculativa e dalle aspettative di un ulteriore aumento dei loro prezzi, che porta alla formazione di una bolla nel mercato.”
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