abolire imposta reddito delle società

L’imposta sul reddito delle società è un imposizione distruttiva che scoraggia la creazione di posti di lavoro e la crescita economica. Ma è comunque una fonte di reddito popolare per i politici perché gli elettori non capiscono che le tasse sulle imprese sono realmente a carico dei singoli (come azionisti, lavoratori e consumatori).

In un mondo ideale, non dovrebbe esserci un’imposta sul reddito delle imprese. 

Ma in quel mondo ideale, non ci sarebbero imposte sul reddito. 

Sembra una fantasia impossibile, ma vale la pena ricordare che il mondo occidentale ha fatto la transizione dalla povertà agricola alla prosperità della classe media nel 1800, quando le imposte sul reddito erano in gran parte inesistenti e il peso della spesa pubblica era una piccola frazione dei livelli attuali.

Qual è dunque il giusto approccio alla tassazione delle imprese nel mondo imperfetto di oggi?

Il gold standard di una buona politica fiscale è l’imposta fissa. 

Più precisamente, è la tassa forfettaria idealizzata da Hall-Rabushka, un prelievo molto semplice che è stato ideato dagli economisti dell’istituto Hoover dell’Università di Stanford. 

Questo sistema si basa sul principio che il danno economico della tassazione può essere minimizzato se tutti i redditi sono tassati, ma solo una volta e con un’aliquota bassa.

E questo significa che il reddito aziendale dovrebbe essere tassato.

Detto questo, la maggior parte delle imposte sul reddito delle società nel mondo sviluppato sono gravemente imperfette.

  • Le aliquote d’imposta sono generalmente troppo elevate.
  • La maggior parte delle nazioni applica la doppia imposizione sul reddito, prima con l’imposta sul reddito societario (IRES in Italia) e poi una seconda volta con l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) sui dividendi.
  • Le regole sul “deprezzamento” costringono le società a fingere che i costi di investimento sostenuti oggi si verifichino in futuro, imponendo così una sanzione fiscale sul valore attuale della formazione del capitale.
  • Alcune nazioni, in particolare gli Stati Uniti, impongono una “tassazione mondiale” sul reddito generato – e già soggetto a tassazione – in altre giurisdizioni.
  • Esistono infine scappatoie distorsive che si traducono in un’imposta zero su alcuni tipi di reddito/attività. Queste sono le tecniche che oggi usiamo nel tax planning. 

La buona notizia è che questi problemi possono essere risolti. 

Con un’imposta fissa, l’imposta sul reddito delle società verrebbe sostituita con un sistema molto semplice, a bassa aliquota, che misura correttamente il reddito (cioè un approccio basato sul flusso di cassa che permette alle società di dedurre immediatamente i costi di investimento – una politica nota come “expensing”). 

L’imposta forfettaria si basa anche sulla nozione di tassazione territoriale (solo il reddito all’interno dei confini nazionali verrebbe tassato). 

Il reddito viene poi tassato e livello societario, esonerando quindi da tassazione i dividendi; oppure l’esatto contrario come avviene nelle società definite “trasparenti” in cui l’intero reddito viene distribuito pro-quota ai soci e lì tassato a livello personale.

 Un buon sistema di tassazione aziendale non è una fantasia. Giurisdizioni come l’Estonia e Hong Kong hanno sistemi di tassazione delle imprese che sono molto vicini ai suddetti ideali. 

E va da sé che giurisdizioni come le Bermuda, Monaco e le Isole Cayman. sono ancora meglio, dato che realizzano il mio sogno di nessuna imposta sul reddito.

Per il piccolo imprenditore possiamo inoltre citare società fiscalmente trasparenti quali le Delaware LLC, le LLP, le LP. 

Articolo tratto e tradotto da IFCreview.com

Di Andy

International Tax Planner and Offshore Services Provider.